Ciuccarelli C., Bianchi M. G., Mariotti D., Comastri A., Guidoboni E. (2011), Scenari sismici ricorrenti? Gli effetti dei terremoti del 1461, 1703 e 2009 nell’area urbana de L’Aquila.

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Ciuccarelli C., Bianchi M. G., Mariotti D., Comastri A., Guidoboni E. (2011), Scenari sismici ricorrenti? Gli effetti dei terremoti del 1461, 1703 e 2009 nell’area urbana de L’Aquila. In: Atti del Congresso dell’Associazione Italiana di Storia Urbana (AIS

Atti del Congresso dell’Associazione Italiana di Storia Urbana (AISU), Sessione i: I disastri di origine naturale

Abstract
La risposta sismica all’interno di un’area ridotta, come quella urbana, può avere un carattere ricorrente, anche a causa di terremoti diversi? La domanda non è banale e presuppone di confrontare diversi scenari di danni avvenuti in una stessa area urbana, in periodi diversi. Il tentativo di evidenziare su base storica se esiste una risposta sismica tipica dell’Aquila ci ha suggerito di localizzare a scala di edifici i danni subiti per due terremoti, ben documentati nella storia della città. Sono stati scelti gli eventi sismici del novembre 1461 (Me 6.3, come il terremoto del 6 aprile 2009 e come questo preceduto da mesi di scosse) e il terremoto del 2 febbraio 1703 (Me 6.7). Questo ultimo grande evento sismico seguì di pochi giorni altri due violenti terremoti, accaduti il 14 e 16 gennaio 1703, che colpirono l’Umbria meridionale e il Lazio settentrionale. Gli effetti all’Aquila sono classificati per il terremoto del 1461 di IX grado MCS e per quello del febbraio 1703 di X MCS. Il primo epicentro è situato nella media valle del fiume Aterno, a sud-est rispetto alla città; il secondo si trova a 12 km a nord-ovest dell’Aquila. Si tratta quindi di sorgente sismiche diverse. Per entrambi questi due disastrosi eventi i danni agli edifici importanti della città (chiese, palazzi, monasteri) sono descritti da fonti contemporanee con elevato dettaglio, elemento che consente di delineare i due scenari di danno in modo preciso, rendendo confrontabili di dati. Le due mappe consentono quindi di paragonare gli effetti urbani anche con quelli causati dal terremoto del 2009, fornendo indicazioni importanti sulla risposta sismica dell’Aquila.